sabato 31 dicembre 2011

Fine anno!

Ci siamo! Ultimo giorno dell'anno e ultimo capitolo della novella di Sara.
Chissà perchè viene sempre da dire "ci siamo" quando termina qualcosa. Si arriva al momento atteso, al dunque. Dunque? Davvero attendevamo che finisse? Non sarebbe stato meglio continuare i bei momenti passati e finire solo quelli sgradevoli? O sono stati tutti sgradevoli? Spero di no.
Finisce un anno. Ok. E ne inizia un altro. L'unica cosa che cambia per certo è la data da scrivere. Tutto comunque prosegue come al solito. E l'errore sta proprio nel "come al solito". Non bisogna far proseguire qualcosa che va così così allo stesso modo. Bisogna cercare di migliorarla. Sempre e costantemente e non solo ad inizio anno. Per ciò che invece già eccelle non abituamoci sminuendone l'importanza, ma valorizziamolo ogni giorno e apprezziamone l'effetto positivo. E comunque non c'è limite al meglio.

martedì 27 dicembre 2011

Natale è passato.

Quando ero piccolo, nei giorni che lo precedevano, avvertivo una crescente emozione per l'attesa del gran giorno che culminava la sera della vigilia quando era anche difficile addormentarsi nonostante il sonno. Certo nel Natale di quel bambino il motore di quel sentimento erano i doni materiali tanto attesi che Babbo Natale avrebbe recato. Tuttavia la preparazione all'evento con la creazione a scuola di improbabili oggetti più o meno utili da donare ai genitori - tra tutti mi ricordo un portacenere fatto col Das, per la serie fumate e
crepate cari genitori... anni 70: bha! - aggiungeva una ulteriore spinta e questo, grazie anche alle decorazioni e alle luminarie in strada, alle vacanze scolastiche e alle visite ai parenti che non vedevi mai, diventava un periodo unico e da vivere intensamente.
Oggi l'atmosfera è ricreata ogni anno in maniera più intensa, supportata anche dalla programmazione televisiva estremamente più ampia di allora, ma non essere più bambino causa un brusco spegnimento di quel crescendo nel momento stesso in cui Natale arriva.
Un bambino, arrivato Natale, continua a gioire per i doni e la mancanza di impegno scolastico. Vivrà ancora l'emozione dell'attesa dell'anno nuovo, poi la simpatica "consolazione" dell'Epifania e rientrerà a scuola con la voglia di comunicare ai propri compagni tutte le avventure vissute.
Un adulto, a Natale arrivato, si trova davanti la seccatura di vedere parenti con i quali non sa di cosa parlare, teme la fine dell'anno (riepilogativa dei successi/insuccessi avuti) e la Befana non è mai così stimolante come quella che vedi sui cataloghi dei sexy shop.
Voglio tornare bambino per godere appieno di quei momenti che il senno ci porta via ingiustamente.
Ricordiamoci che non basta non essere infelici per essere felici. La gioia non è la mancanza di tristezza, ma la soddisfazione interiore.

sabato 24 dicembre 2011

Vigilia di Natale 2011.

Ogni anno la magia del Natale si rinnova. L'atmosfera festosa e colorata porta calore nonostante gli scenari immaginino la neve che cade lenta, la gente ben coperta con sciarpe e cappelli che nascondono ampiamente il viso e i bimbi che scivolano su pendenze improvvisate a discese montane. In questa piacevole confusione riconosci sempre il burbero che lo vive solo come l'ennesima festa comandata per toglierci soldi, l'avido che lo sfrutta per portare introiti nella propria cassa un'ultima volta prima dei conti di fine anno e l'eterno bambino che, a quarant'anni suonati, osserva le lucette degli alberi accendersi lentamente disegnando su strade e muri le ombre dei rami, che compongono così scenari fiabeschi che evocano quiete, serenità e felicità.
Io sono uno di questi. Le rotture di scatole "amministrative" della nostra vita, normali nel quotidiano durante ogni giorno dell'anno, in queste ore antecedenti il 25 dicembre sembrano sparire o almeno spostarsi dal mio cammino. E, come in molte cose, l'attesa è essa stessa un piacere. A volte maggiore rispetto a quanto stavamo aspettando. Quindi viviamo questa attesa come il momento stesso, prolungato rispetto al solo attimo che fuggirà via in un breve lasso di tempo. Questa attesa ci concede più tempo per apprezzare. Non sprechiamola.
Un abbraccio più intenso lo mando a quelle persone che domani saranno "costrette" dalle tradizioni a passare la giornata con il sorriso stampato sulla faccia, ma che dentro non l'hanno ancora trovato. Vestiti eleganti e ricche tavolate non possono che mascherare per qualche ora la solitudine e l'infelicità che essi hanno. L'insoddisfazione per il lavoro, l'amore o la salute vivono costantemente nei cuori di qualcuno. A costoro dedico l'augurio di poter trovare la felicità che stanno cercando e il monito di assicurarsi prima che sia effettivamente quello ciò che possa dare loro gioia: sarebbe triste impegnarsi a fondo per ottenere qualcosa che crediamo di volere per poi accorgerci che non è quella adatta a riempirci il cuore.

Buona vigilia e buon Natale.

domenica 18 dicembre 2011

Capitolo tre pronto!

Appena pubblicato. Da leggere, gustare ed eventualmente commentare. Fra pochi giorni il seguito. Ciao!

mercoledì 14 dicembre 2011

Buongiorno!

Ecco inserito il secondo capitolo di "Pepe e zucchero" fra le pagine in alto a destra. Fra meno di una settimana metterò il terzo. Se vi piacesse ditelo a chiunque, se non vi piacesse allora cambiate blog.
Ciao, ciao.

sabato 10 dicembre 2011

Il blog di Olindo Urbani.

Perchè? (No, non perchè "Olindo". Poteva pure essere peggio! Se mi avessero chiamato "Osporco" oppure "Vigili"...!)
1971-2011. Quest'anno ho compiuto quarant' anni. Per un uomo il quarantesimo compleanno indica il momento di fare un bilancio del proprio operato: analizzare le proprie scelte passate per verificare dove si è giunti nel presente e pianificare al meglio i prossimi quaranta, che si porteranno appresso l'inevitabile declino fisico che la vecchiaia comporta. Almeno finchè la scienza ci darà la soluzione per avere un fisico e soprattutto un cervello sempre giovani e attivi. Fanculo a chi dice che è contro natura: se si potesse vivere in eterno senza invecchiare, perchè non farlo? Ci mettiamo anni a imparare e apprendere e diventare tutto quello che siamo, perchè sprecarlo crepando? Per inciso anche un aereo e un cesso sono contro natura: li hanno inventati gli uomini per migliorare la propria vita, ma sembra che nessuno se ne lamenti.
Orbene il bilancio non è necessariamente l'arrivare ad una determinata posizione sociale o lavorativa. A volte un operaio può essere più felice di un dirigente. La migliore situazione economica aiuta molto a livello di cruda realtà materiale, ma non riempie lo spirito e non fa gioire l'anima. E infatti i ricchi di soldi solitamente sono tristi dentro e hanno come loro unico credo quello di raggiungere nuove e sempre maggiori ricchezze, sperando che queste possano donar loro la felicità che ogni uomo cerca come scopo primo nella vita, accecati dal materialismo. Eh si! La risposta alla celeberrima domanda metafisica "Che scopo ha la vita?" è proprio questa: cercare, trovare e godere della felicità. Felicità che è differente in ogni singolo individuo. E che quasi mai viene perseguita fin dal principio del proprio essere coscienti, ovvero l'età adulta. Un giovane adulto nel cosiddetto mondo occidentale cerca il successo sociale, la fama, la ricchezza economica, la popolarità nell'altro sesso (o anche nel proprio: i gusti son gusti). Ma "avere" è una felicità superficiale e transitoria più o meno effimera a seconda del bene che la porta. Ad esempio un'auto di lusso che costa svariate decine di migliaia di euro dà un senso di potere e successo a chi ne sia divenuto proprietario, ma è una sensazione che sparisce non appena esce sul mercato il modello modificato col tal gadget in più. E allora questo stesso bene diviene anzi un simbolo di sconfitta, di arretratezza (sei sorpassato!). E il proprietario inizia a soffrire (si, certo, non è che piange come quando Heidi viene portata via lontana dal nonno). Inizia a non trarre più felicità da quello credeva essere un arrivo, una cima conquistata e, cavolo! Ora ce n'è un'altra! E comincia a pensare a scalare anche quella (in fondo basterebbe buttare altre migliaia di euro di differenza per... bho? Avere il bordo dell'accendino cromato??). Essa è poco di più, ma per ora non sei più il numero uno. Sei un due. E col modello successivo sarai pure un tre! Che affronto! Io che... Ma "io" cosa!? Un po' di umiltà, per favore! "Avere" non è la felicità. O meglio, l'avere è una felicità momentanea della quale godere per brevi attimi. Giusto così. Sfizi personali che ci concediamo, ma ai quali va dato il giusto valore e per i quali non bisogna gettare ogni energia.
"Essere" è cio che invece può portare alla più vera e duratura felicità.
Ho detto solo "essere", non "essere stronzi". Quindi fate una bella analisi introspettiva.

Il mio bilancio.
Il blog è mio e quindi vediamo a che punto è il mio bilancio.
Immaginerete: "parla di metafisica, essere e avere, analisi introspettiva. Ca...voli! Questo ha già capito tutto!".
Balle.
Proprio facendo questo bilancio mi sono accorto che io ho, ma non sono. Per la verità non ho neanche tanto. Sono a livello medio/basso nella classifica socioeconomica occidentale. Ho un telefonino, ma non è un I-phone. Ho un'auto, ma non è un "euro 5". Ho una casa, ma anche un mutuo. Quindi "ho" medio.
Ma "sono" cosa?
Io penso. Penso molto. Non necessariamente pensieri fruttuosi. Elucubro e ordisco, osservo, sogno e immagino. E scrivo. Ma rimane tutto solo per me. E ogni tanto qualcun'altro scrive pubblicamente ciò che io già immaginai, ma che non diffusi. Quindi sono uno scrittore, un precursore progressista a volte, ma inconcludente.
Se non ci si concentra su un solo progetto alla volta spesso non si riesce a concludere nulla. E questo è un mio limite. E' un peccato, perchè alcune idee mi sembrano godibili. Allora ho pensato: scrivo per tutti in un blog. E, se i miei racconti piacessero, avrò donato un po' di felicità a chi legge. E questo darà felicità a me. Avrò finalmente concluso il cerchio: io scrivo, chi ha piacere legga. Semplice! Forse.
Ora ci provo. Cliccate sul link in alto a destra per leggere le altre mie pagine dove ci sono i racconti.