domenica 25 marzo 2012

Errore BX.

E' una settimana che non riesco a creare nuove pagine al blog.
Ero a buon punto con la creazione dei pdf da scaricare e stavo riordinando per renderlo più godibile e completo e tutt'a un tratto è andato alle cozze. Il mio blog. Quello di un dannato esteta che le cozze non le digerisce proprio. 
Appena inizio a scrivere esce un indisponentissimo pop up arancione-beige tendente al diarroico spinto recante una laconica frase che invita ad attendere tempi migliori. E' irritante. Ricorda Monti. E come lui ti lascia una speranza: "comunica al nostro servizio di assistenza l'errore BX-123456789abcdefg che aiuterà a meglio comprendere cosa caspita è successo così potremo metterci una pezza. Fra un po'. Forse. E se ci
riuscissimo."

Ora è vero che qua è tutto a ufo, ma essere in ballo con un errore bloccante da una settimana ti fa venir voglia di migrare in altri lidi, magari dove chiedono un obolo, ma dove anche offrono una rapida risoluzione in caso di bug.
Insomma il blog è una parte di me, è qualcosa di mio, è insito nella mia vita. E nessuno di noi blogger vorrebbe lasciare da parte un pezzetto di sè perchè difettoso.
I nostri difetti sono il prezzo da far pagare a fronte dei nostri pregi. Volerli correggere è come abbassare il prezzo per invogliare il pubblico darci valore ed essere più ambiti della concorrenza.

Chissà cosa ne pensa la Citroen in merito: la BX era brutta, non si poteva usare con la pioggia a causa del monospazzola e invecchiando non si alzava più. Come un vecchietto sfinito! Ma dire che questo modello sia proprio stato un errore... Ce ne son stati di peggio!!


domenica 18 marzo 2012

22 angeli.

Alle famiglie, alle mamme e ai papà.
Ai sorrisi e ai sogni felici di chi ora non li avrà più.
Agli abbracci che non saranno.
Ventidue angeli volati in un batter ali
che mai più gioia daranno.
Non mantenuta è la promessa
di un radioso domani
perchè tale è la vita. 
Ventidue è solo un numero,
ma i numeri non sono abbastanza
per contare il pianto.
Ascoltare il dolore
fa male alle orecchie.
Tanto è il rimorso
di quello che avrebbe potuto essere
e che invece non è stato.
La sofferenza di chi è rimasto ricorda l'evento.
Piangiamo gli innocenti ed in silenzio volgiamo loro il più delicato pensiero. 

Non toccate i bambini.

mercoledì 14 marzo 2012

Il paradosso del disoccupato e i venditori di aria fritta.





Ieri ho conosciuto una nuova realtà "lavorativa": le società di "outplacement".
Davanti ad un biglietto da visita con titoloni impronuciabili in inglese spesso accade che ad un nome particolarmente altisonante corrisponda un'attività "normale": un "business agent" è un venditore, un "security assistant" è il guardiano all'ingresso.
E' sminuente "lavorare" in italiano?
Tornando alle suddette società il loro ruolo, cito testualmente, "NON è quello di trovarLe un lavoro", ma aiutare a capire come comportarsi ad un colloquio, come stendere un bel curriculum, come presentarsi e cercare di scoprire cosa gradirebbe l'interlocutore, cosicchè ci si possa offrire nel migliore dei modi e spuntarla sopra agli altri pretendenti all'agognato posto di lavoro.
In sostanza degli esperti nel leccare il culo che ti insegnano ad usare la lingua prima ancora di essere assunto.
Il nome altisonante qui non dà origine ad un ruolo normale, ma ad uno vergognoso.
Questa sconcertante realtà ha avviato il pensierino che segue.
Nella mia esperienza lavorativa ho sostenuto decine di colloqui in aziende dai profili diversissimi. Dalla multinazionale col nome celebre, alla piccola realtà con pochi dipendenti. A volte mi hanno assunto, a volte no.
Cercando lavoro presso una società interinale, con la quale avevo già avuto rapporti in passato tutti ben fruttuosi, mi sono trovato di fronte ad una nuova "esperta selezionatrice" (così ella affermava di sè) mai conosciuta prima. Questa persona, vantandosi delle sue capacità, mi ha messo alla porta in meno di dieci minuti propinando teorie sulla mia presunta incapacità di "vendere me stesso" e fornendomi contestualmente dei gratuiti e preziosi consigli su come migliorare il mio atteggiamento propositivo per accedere in futuro a nuove occasioni d'impiego.
Sono andato in un'altra società interinale dove offrivano la medesima ricerca e sono stato assunto.
Grazie a questi "esperti selezionatori" che adducono a sè stessi il ruolo di giudice supremo con potere esecutivo, giudiziario e pure legislativo chi proprio non è capace di lavorare si è inventato il ruolo di "insegnante di leccaggio" e si fa pagare per consigliarti come farlo al meglio dando alla luce le società di outplacement.
Praticamente la ricerca del lavoro di uno ha dato impiego ad altri due: il selezionatore e l'esperto che ti aiuta a capire come fare colpo sul selezionatore.
Ne consegue che il disoccupato ricercando un impiego è di fatto il datore di lavoro di due nullafacenti. E, come tale, invito il governo a tassarlo come merita.

giovedì 8 marzo 2012

8 marzo, festa della donna.

E così anche quest'anno è giunto il famigerato 8 marzo. Avrebbe potuto un uomo come me, che ha sempre un gentil pensiero rivolto alle donne, non parlarne? Si, certo che avrebbe potuto. Ma non avevo in mente null'altro oggi (sono parecchio stanco in effetti, ma da domani dovrei finalmente avere più tempo da dedicare ai miei racconti).
Ordunque che dire se non... Ma che boiata è!?
Che cosa vuol dire "la festa della donna"? Sei donna e quindi oggi festeggi il fatto di esserlo? E perchè non c'è una "festa dell'uomo"? Perchè l'uomo può festeggiare tutti gli altri giorni dell'anno? Non mi sembra equo. E poi che festa è se si continua ad andare al lavoro, le scuole sono aperte e non è segnato in rosso sul calendario? Infine: l'origine risale ad un terribile evento in cui persero la vita non so quante donne lavoratrici sfruttate. Altro che festa! Facciamo un giorno di lutto!
Insomma, care donne, non sperperate denaro in improbabili ritrovi per una sera infrasettimanale che poi domattina sarete rimbambite e con ancora un intero giorno davanti per faticare, se non due. Dedicatevi invece a voi stesse e alle vostre amicizie. E fatelo in ogni giorno dell'anno. Perchè è bello essere donna ogni giorno e non solo uno all'anno.

PS Se qualcuno vi chiedesse "ma tu non hai mimose?" rispondete "io non sono praticante" ;)


domenica 4 marzo 2012

Ho avuto una settimana orribile.

Lavoro, lavoro e lavoro. 'Sta settimana mi ha prosciugato ogni attimo e ho corso per arrivare ovunque. Non ho continuato il racconto in cui mi sto cimentando ora e che spero di riuscire a finire presto. Penso: "che settimana pesante".
Poi leggo sul Corriere: "Aggredito da un branco di cani randagi, muore dilaniato un uomo di 74 anni."
http://milano.corriere.it/milano/notizie/cronaca/12_marzo_2/cani-randagi-pensionato-aggredito-2003524182323.shtml
Lui ha avuto una settimana peggiore. E non è ironia. A Milano, non in mezzo alle sperdute lande della Selvaggionia Inferiore.
Io a Milano mi aspetto di essere investito da un veicolo, rapinato da un sfigato (sfigato perchè non ho mai che pochi spicci in contanti), di finire in un tombino lasciato inavvertitamente aperto da un operaio distratto o di ricevere in testa un ricordo di piccione o un vaso da un balcone. Ma morire azzanato da cani...
A me piacciono i gatti, lo ammetto. Ma non odio i cani come il protagonista del mio racconto omonimo, anche se parecchie "sue" riflessioni meritano un po' di attenzione da parte di chi un cane lo possiede.
Tuttavia un pensiero s'impone: si discute tanto di TAV, Monti e mille altri "problemoni" gravi e che coinvolgono tante persone. Giusto. Ma quanti abitanti hanno Milano e provincia? Ognuno di questi abitanti è a rischio di sbranamento da parte di cani randagi. Dobbiamo aspettare che succeda la stessa cosa a qualche bambino, visto che una vittima anziana e sola fa alzare a tutti le spallucce dicendo "vabbè, poverino, però la sua vita l'aveva fatta." Ma che assurdità sono queste, oggi, a Milano?!
Quasi quasi mi trasferisco in Afghanistan: di pericoli ne correrei ben di più, ma almeno avrei un'arma per difendermi.