domenica 16 settembre 2012

Quanto detesto il riciclaggio selvaggio!


Come? Odio il riciclaggio? Una bestemmia nel presunto idilliaco e roseo futuro pulito dai rifiuti che tanto si prospetta chi fosse attento a non gettare nel bidone giusto il più piccolo avanzo di un qualsivoglia prodotto di consumo?
Sì! E' così! Io odio il riciclaggio selvaggio, questa mania di voler essere ecologisti a tutti i costi anche nelle più minute e insignificanti piccolezze! Perché se è vero che anche io raccolgo e divido carta, plastica e affini è vero però che non se ne può fare un dramma se occasionalmente ci scappasse un errore o ci fosse un difetto progettuale alla base. Mi spiego meglio: avete presente quella merendina che combina in un'unica scodella l'Estathè, la Nutella e dei mini grissini? Bene, quello è proprio un esempio di difetto progettuale: l'Estathè è buono fresco di frigo, ma se mettessi la scodella in frigo la Nutella si indurirebbe e sarebbe impossibile spalmarla e gustarla e inoltre i grissini freddi tendono a prendere umidità e ad ammosciarsi. Allora è il caso di tenerla fuori dal frigo, ma così il thè fa schifo. Insomma una genial-cagata. Allora lascio perdere l'estanutella e mi bevo un succo di frutta fresco, almeno quello so per certo che può stare in frigo tutto da solo senza problemi. Bevuto. E ora il cartoncino? Facile: nella carta! Sì, ma... la cannuccia? Beh, è di plastica, andrà nella plastica. Sì, ma se sfilo la cannuccia dal cartoncino mi gocciola il succo e sporco il pavimento. Che posso pulire con uno strappo di Scottex Casa. Ok, quindi produco un aggravio di inquinamento perché devo sprecare altra carta, oltre a quella già usata per produrre il brick di succo, per pulire il pavimento. Allora forse non sarebbe meglio gettare brick e cannuccia tutto nella carta? In fondo la cannuccia ha un impatto di pochissimi grammi... No! Meglio comprare i succhi nella bottiglietta di vetro! Sì, però... il tappo non credo sia di alluminio. Dove lo getto? Nell'indifferenziato? Non è peggio? E poi il succo nel vetro è meno di quello in brick. Quindi ne bevo un altro. Al che ho prodotto due rifiuti anziché uno e per di più di peso maggiore. In effetti il peso e la fragilità del vetro sono grandi problemi in fase di trasporto: si inquina di più a trasportarli e occorrono imballaggi protettivi. Che vuol dire altri rifiuti. Senza tralasciare che un'eventuale rottura di una o più bottigliette sarebbe un "disastro ecologico" tra carta per asciugare e cocci da raccogliere: sfido chiunque a metterli da parte per poi infilarli nelle campane per il vetro come le bottiglie intere! Finirebbero avvolti in qualcosa per essere gettati nel primo bidone disponibile: il rischio di farsi male è troppo elevato per fare i fanatici di Greenpeace. Meglio il brick.
E non vi ho raccontato della tv! Ho visto bimbi seguire con attenzione estrema (o forse era rincoglionimento totale) un programma dove spiegavano come costruire con delle vecchie musicassette (sì, quelle cose antiche che negli anni 80 e 90 si usavano per sentire canzoni o anche lezioni di lingue straniere) un cestino per biciclette.
Trasformare la gracchiante collezione delle canzonette di Battisti in un accessorio da bici? Ma viene pagato quello che ha queste idee?! In questo lo ammiro. Caga col cervello e riceve pure del denaro per farlo!! Devo fotografare la mia prossima defecata e metterla su Facebook: se avrò molti "mi piace" magari ho un futuro in televisione.
Tornando al cestino: tra colla, fascette di plastica, forbici e non ricordo cos'altro il rischio che un bambino si faccia male già solo nella costruzione è alto. Non dimentichiamoci poi che produrre e distribuire gli attrezzi di cui sopra ha già di per sé un bell’impatto ambientale. In più a lavoro finito si ottiene una specie di cassetta per la frutta dalla dubbia resistenza, piena di angolini appuntiti (soprattutto per via delle fascette da elettricista) che se un bimbo ci volesse mettere dentro un palloncino questo scoppierebbe, se ci infilasse il maglione perché pedalando vien caldo, al momento di tirarlo fuori si strapperebbero diverse trame e la mamma avrebbe molto da dire, e allora l'unica cosa che ci posso mettere è la confezione di "estanutella". Naturalmente da bere calda.
Ora un cestino da bici costa meno di dieci euro. Bello, pratico, robusto e se il negoziante fosse disponibile te lo monta pure. In più non è tossico. Sì perché il nastro delle musicassette è un concentrato di sostanze che non è il caso di donare ai bambini. Forse offrir loro un sorso d’acqua di Chernobyl al posto dell'Estathé gli farebbe meno male che maneggiare quel presunto cestino. E poi, dico io, i genitori si spaccano i portafogli per dare ai propri figli la scarpa più giusta sennò crescono zoppi, lo zaino con paraschiena sennò diventano storti, la maglia più alla moda sennò si sentono esclusi (però gli fanno guardare queste merdate: il fatto che possano crescere rimbambiti non li preoccupa?) e gli fanno mettere sulla mountain bike ammortizzata da trecento euro un cavolo di parallelepipedo multicolore che te lo fa sembrare un terzomondista alla ricerca dell'Eldorado mentre pulisce i parabrezza ai semafori?! Ma soprattutto, caro il mio autore di idee televisive, delle custodie delle musicassette non ne hai fatto nulla? Fai il furbo? Ricicli a metà? Tu non fai lo shampoo: tu tiri lo sciacquone!
Dove si gettano gli autori televisivi? Nell'umido? No, meglio l'indifferenziato. Non vorrei che li riciclassero veramente!

Tipico autore televisivo


giovedì 6 settembre 2012

Che culo! Ho bucato!


Normalmente quando si fora uno pneumatico le espressioni che vengono esclamate sono ben altre. Eppure io mi sento di dire che ho fortuna nel forare e, finora, non è mai stato nulla più di un banale contrattempo.
Mi spiego meglio: in oltre vent'anni di guida ho forato solo quattro volte, l’ultima delle quali ieri nel tardo pomeriggio. Per tre volte (ieri compreso) mi è capitato nel cortile sotto casa, con tutta la comodità e la sicurezza che si può trarne rispetto al ciglio di una strada, e la quarta invece è accaduta in una giornata né calda, né fredda, con la ruota che ha incominciato a dare piccole avvisaglie che mi hanno consentito di arrivare in sicurezza in un comodo parcheggio all'ombra, dove la perfetta attrezzatura di bordo e il bagagliaio vuoto mi hanno fatto completare l’opera in meno di venti minuti senza versare una goccia di sudore.



Certo una gomma a terra è comunque una seccatura, ma un po’ di ottimismo e uno sguardo giustamente critico all’accaduto per valutarlo correttamente e non pensare al solito che siamo gli unici sfigati del pianeta a cui capitano certe cose è il caso di darlo. Del resto appena quindici giorni fa stavo percorrendo con lo stesso mezzo di ieri, piuttosto pesante e stracarico di bagagli, una trafficata autostrada in compagnia di un cocente solleone e inconsapevole di avere dimenticato a casa un attrezzo indispensabile per un’eventuale foratura! Se fosse avvenuta allora la foratura di ieri…

PS ho più sfortuna con l’adsl: secondo guasto grave a meno di due mesi dall’ultimo!